Quel che resta di Frankie hi-nrg: "Ecco il mio distillato di hip hop"

Sono intorno a noi, in mezzo a noi. Dopo aver visto sbarcare la sua Quelli che benpensano sui palchi degli stadi grazie a Marracash e alla sua trasfigurazione in Quelli che non pensano, Frankie hi-nrg mc affronta l’estate con un nuovo spettacolo. Quello con cui sbarca stasera in piazza Roma, a Spinetoli (Ascoli Piceno), nell’ambito della rassegna L’arte non è acqua, con Voce e batteria per ricordare che "la definizione più drastica e brutale di rap è parlare ritmato", come spiega parlando di questa nuova avventura artistica assieme a Donato Stolfi.
Francesco, ventotto anni dopo Quelli che benpensano ancora sulla bocca di tutti. Sorpreso?
"Se è nel cuore e nella mente di tante persone, vuol dire che qualcosa di buono c’era".
Pure nel rap, a dispetto delle credenze, i brani non si scrivono in cinque minuti.
"Dipende. Il testo di un altro mio pezzo di successo come Fight da faida lo scrissi di getto, quasi senza cancellature. Ma non può essere quella la regola. La stragrande maggioranza delle volte, per me è necessario, riflettere, tornare sopra, rifinire, quel che sto scrivendo. Soprattutto alleggerire, togliere. Come diceva Coco Chanel: per poter essere veramente elegante, una volta che hai finito di vestirti devi metterti davanti allo specchio e toglierti tre cose che hai addosso…".
Lavorare di sottrazione.
"Una delle cose più complesse da fare. Ennio Flaiano era solito dire: scusatemi, ma non ho avuto il tempo di essere sintetico".
Frutto dell’età?
"Come nella vita, non c’è una regola aurea. In alcune cose mi sembra di essere più istintivo adesso di un tempo, perché l’esperienza mi incoraggia ad abbreviare, se non addirittura a saltare, certi passaggi. E questo a dispetto della vulgata che da giovani si è più impulsivi. Non è detto. Da giovane non mi sarei mai immaginato di proporre uno spettacolo per voce e batteria".
Meglio così senza rete o con le spalle coperte dalla band?
"Sinceramente, le spalle me le sento coperte pure quando sono in scena da solo con un microfono. La bontà di quando canto a cappella, la bontà dei testi di cui mi sono assunto la responsabilità a suo tempo e che rinnovo un po’ ad ogni esecuzione, mi fanno sentire tranquillo. Protetto da una corazza che mi consente di affrontare il tempo con energia".
Voce e batteria non è l’unica dimensione in cui la si può vedere in scena questa estate.
"Se questa è la novità, in agenda ho concerti in chiave più tradizionale, un monologo teatrale tratto dal libro Faccio la mia cosa, i dj set. Però le mie energie sono concentrate su Voce e batteria in cui con Stolfi alla batteria siamo riusciti ad ottenere una sintesi, un distillato, di quello che per noi è la musica, l’hip hop, il messaggio, per consentire alle persone di ritrovarsi. La cosa più necessaria in questo momento: vedersi di persona, fisicamente, nello stesso spazio e condividere la stessa energia ballando".
İl Resto Del Carlino